Barriera cutanea rovinata dopo l’estate: test, protocolli e tempi di recupero

Ciao, sono il Dott. Tulino e dispenso consigli di salute e bellezza.

L’estate è una stagione meravigliosa per la nostra energia e il nostro umore, ma può mettere a dura prova la pelle. Sole, salsedine, vento, cloro e perfino i voli aerei contribuiscono a danneggiare la barriera cutanea, rendendola più fragile e disidratata. Per questo settembre è il mese ideale per fare una vera e propria “manutenzione straordinaria”.

Che cos’è la barriera cutanea (e perché è importante)

La barriera cutanea è lo strato protettivo che mantiene l’idratazione interna e difende la pelle da aggressioni esterne. Quando è danneggiata, aumenta la TEWL (Transepidermal Water Loss), cioè la perdita d’acqua attraverso la pelle.Il risultato? Pelle secca, sensibile, che tira e che si arrossa facilmente.

Come capire se la barriera è compromessa

Alcuni segnali comuni includono:

• disidratazione persistente,

• pelle che “brucia” o reagisce facilmente ai cosmetici,

• desquamazione o ruvidità,

• comparsa di irritazioni o arrossamenti.

Un check medico può confermare lo stato della barriera e impostare il protocollo corretto.

I protocolli di recupero

Per riparare una barriera cutanea danneggiata serve un approccio progressivo e mirato:

• Trattamenti ambulatoriali soft: biorivitalizzanti delicati, polinucleotidi o skinbooster idratanti;

• Skin care mirata: detergenti “barrier-friendly”, creme ricche in ceramidi e niacinamide;

• Strategia anti-ossidativa: integratori e antiossidanti topici per ridurre lo stress cellulare.

Con questi step la pelle torna progressivamente elastica, luminosa e resistente.

Tempi di recupero

Il tempo medio perché una barriera cutanea compromessa si rigeneri va da 7 a 21 giorni, a seconda del grado di danno e della costanza nel protocollo.Ecco perché a settembre consiglio sempre un reset completo: bastano poche settimane per riportare equilibrio e vitalità al viso.

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